Un Manifesto per la Cultura

 

per una Cultura presidio del Territorio e della coesione sociale

 

 

Premessa

 

Siamo l'ARCI, un'associazione di un milione e centomila donne e uomini che si riconoscono nella tradizione del mutualismo e delle case del popolo, che credono nel movimento mondiale per costruire un diverso mondo possibile.

Con questo MANIFESTO chiediamo che le comunità, tutte le comunità, dai più piccoli borghi alle metropoli, ognuna nel rispetto della propria storia e delle proprie tradizioni, abbiano accesso ai diritti culturali, condizione necessaria per una vita sociale dignitosa, autenticamente democratica, aperta.

I diritti culturali a cui facciamo riferimento affondano le radici nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'ONU, nella Costituzione Italiana, nella Dichiarazione Universale dell'UNESCO sulla Diversità Culturale, nella Carta di Nizza, nel dibattito aperto verso la Nuova Costituzione Europea. C'è un'indivisibilità dei diritti umani e i diritti culturali costituiscono, come nella definizione dell'UNESCO "une pierre ancore manquante à compréhension de l'universalité des droits de l'homme".

Ne citiamo alcuni: diritto alla PACE, diritto all'informazione, diritto al sapere e alla conoscenza, diritto alla formazione lungo tutto l'arco della vita, diritto all'educazione e a una scuola pubblica di qualità, diritto alla identità e alla diversità culturale, diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, diritto a godere delle arti e dei beni culturali, diritto all'espressione culturale, diritto a partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici, ecc.

In vista delle prossime scadenze elettorali presentiamo il nostro Manifesto per la Cultura, un progetto che mettiamo al servizio di un percorso partecipativo che sappia valorizzare il ruolo delle attività culturali e dell'associazionismo di promozione sociale nel costruire ben-essere per le persone e per le comunità, un ben-essere che sappia tradurre la nuova domanda globale di PACE e GIUSTIZIA SOCIALE .

 

 

1. Coltiviamo il desiderio di una città intesa come luogo delle relazioni e del vivere civile una città solidale, una città multiculturale, una città aperta, una città sicura.

 

2. Pensiamo che le culture siano il complesso delle manifestazioni di vita materiale, sociale, artistica e spirituale dei cittadini/e. Le cittadine e i cittadini singoli o associati, le comunità etniche, i gruppi di tradizione, le comunità scientifiche, umanistiche, artistiche e religiose, le diversità culturali sono ricchezza di una comunità complessa.

Per costruire una politica di cittadinanza è necessaria una programmazione di governo che sappia mettere in relazione i diritti culturali e sociali con il progetto di città.

Una Comunità cresce nella condivisione del potere e delle responsabilità. Affermiamo il percorso della democrazia partecipativa. La partecipazione va costruita, promossa, alimentata, rispettata.

 

3. Crediamo che i cittadini più importanti siano quelli più deboli. Inclusione ed esclusione danno oggi il grado di civiltà di una comunità aperta e solidale.

È necessario ripensare il concetto di comunità: assumendo la complessità come ricchezza e dando dignità alle differenze.

 

4. Crediamo che la città sia un equilibrio delicato di ambiente e persone che va rispettato e governato secondo il principio di sostenibilità.

 

5. Crediamo che la città debba essere amata tutta intera, per quello che è: la periferia come il centro, i quartieri nuovi come quelli antichi, le zone a rischio come quelle privilegiate. Il governo della città non deve produrre divisioni.

 

6. Crediamo necessario promuovere il diritto all'informazione e alla comunicazione, che deve essere garantito e salvaguardato. Un'informazione corretta, obiettiva, diffusa, multiforme (ufficiale e alternativa) permette ai cittadini non solo di ricevere ma anche di essere nella condizione di proporre. Così come la possibilità di comunicare consegna ad ognuno il diritto a rappresentarsi e partecipare attivamente alla definizione dell'immaginario collettivo.

È necessario costruire una rete di informazione su temi inerenti le politiche culturali e sociali urbane in Europa.

Il confronto arricchisce le proposte, ma soprattutto mette le basi dell'Europa dei cittadini che vogliamo costruire e gli strumenti sono l'informazione e la comunicazione.

 

7. Una città per crescere deve essere un progetto. Un progetto di città ha bisogno di attingere alle tradizioni per aprirsi ai cambiamenti, ha bisogno che il patrimonio dei beni materiali incontri e interagisca con quello dei beni immateriali delle relazioni.

Per questa ragione crediamo che la politica degli spazi, dei beni culturali, delle attività culturali debba essere programmata alla luce delle nuove esigenze con il concorso di tutti i soggetti interessati, valorizzando e riconoscendo il ruolo della promozione culturale di base.

La cultura presidio del territorio toglie spazio alla militarizzazione del territorio, almeno quanto lo sviluppo armonico della città toglie spazio al degrado urbano e sociale e ciò rende sicura la città.

 

8. Avanziamo il diritto ai beni culturali e ambientali, affermiamo il diritto al "bene comune". La comunità cresce nella consapevolezza delle tradizioni e nel rispetto dell'ambiente e quindi riaffermiamo il valore dell'art. 9 della Costituzione.

 

9. Affermiamo la cultura come valore collettivo. La cultura non è solo bisogno voluttuario, soggettivo, ma rete di relazioni che promuove etica comunitaria. Nelle programmazioni delle amministrazioni, proprio in relazione alla riqualificazione delle aree urbane i diritti culturali devono essere inseriti a pieno titolo nel welfare municipale, avere un peso consistente nei bilanci, aprire percorsi di partecipazione, ispirare le scelte del progetto di città che si vuole portare avanti.

Investire nei i diritti culturali è dare spazio alla cultura come consumo critico, "etico", alla cultura che sviluppa economia sociale, orienta i consumi nella direzione della qualità della vita e contribuisce all'arricchimento e sviluppo della persona.

 

10. Crediamo fondamentale il ruolo della scuola pubblica nei processi di sviluppo delle persone e delle comunità, quali luoghi di incontro, crescita e scambio tra "etnie" diverse. Le amministrazioni a tutti i livelli devono promuovere e far crescere le occasioni di qualificazione di questi momenti.

 

C'è bisogno di una Carta della Trasparenza per far crescere e qualificare un Terzo Settore fuori dai vecchi e nuovi collateralismi al servizio della comunità, in un quadro di rafforzamento del welfare.

 

C'è bisogno di far crescere la VERTENZA CULTURA per promuovere i diritti umani.